Che in questo periodo sia più attiva sui social che qui sul blog, non è di certo un segreto. Sarà il fatto che sono sempre in giro e ho davvero poco tempo per sedermi e fare il punto della situazione, sarà che questi smartphone ci hanno semplificato la vita, ma dall’altra parte rovinato, creando una sorta di dipendenza dalla rete, sarà che Londra ti assorbe in un vortice e devi essere molto bravo ad evitare che ti ingurgiti del tutto, sarà che quella poca buona volontà che mi è rimasta sto cercando di investirla in altri progetti, ma sì, ecco, in questo periodo scrivo poco. E mi dispiace tanto.

Le mie idee e passioni però non le ho mai abbandonate e spesso danno vita a collaborazioni piacevoli che possono svilupparsi in modi inaspettati. Eccomi quindi a scrivere di quanto sia potente la rete, di quanto sia facile, con una sola mail, far nascere qualcosa di bello e di come basti un post per scatenare mille reazioni a catena. C’è stato il lavoro, una nottata di preparativi vari, Copenaghen (sì, Copenaghen, ma questa è un’altra storia!) e il poco tempo per condividere in tempo reale ciò che accadeva, ma ve lo assicuro, l’emozione e la sorpresa di rileggermi e osservare la mia faccia timida e poco fotogenica, è stata indescrivibile, nonostante sapessi che prima o poi il mio racconto sarebbe stato pubblicato!
Non è la prima volta che mi racconto parlando di Londra: ci sono state le prime considerazioni qualche settimana dopo essere arrivata e i soliti pensieri sparsi che da sempre mi caratterizzano, ma stavolta, per Italian Kingdom, è stato diverso, perchè il loro lavoro è diverso. Descriverli come un semplice magazine di lifestyle e intrattenimento sarebbe davvero poco, perchè hanno il grande sogno di dare voce a tutti quegli italiani che come me sono partiti per Londra e per farlo ci mettono  anche i volti. Io dal canto mio li sostengo con entusiasmo e mi auguro di poter dare un piccolo contributo ai loro progetti futuri (a proposito, date un occhio qui al racconto della mia esperienza vissuta grazie a loro al Gelato Festival 2015). 
La parte più divertente del veder pubblicato il mio racconto e averci messo la faccia? Leggere le reazioni dei lettori, scoprire le tante nuove richieste di amicizia, i commenti e soprattutto i messaggi, per la maggior parte di gente sconosciuta, che si complimentava con me e mi ringraziava perchè si rinconosceva in ciò che scritto. Un anno è ancora poco per integrarsi del tutto e dar consigli ad occhi chiusi, ma io sto provando davvero a fare mia questa città. Staremo a vedere cosa accadrà!