Tweed rigorosamente nero, lana bouclè profilata, cinque bottoni e quattro taschini. La descrizione dovrebbe bastare per far balzare subito alla mente degli esperti di moda l’immagine della celebre giacca creata da Mademoiselle Coco Chanel negli anni ’50. E nonostante il termine “icona” sia ormai abusato, è l’unico in grado di descrivere questo capo eterno, oggetto del desiderio di una schiera di donne appartenenti a più generazioni e diventato ormai un must nelle collezioni firmate da Karl Lagerfeld, alla direzione della maison Chanel dal 1983.

E pensare che proprio quella celebre sfilata del ’54, l’ultima, in cui per la prima volta comparve il completo in tweed e con una Chanel ormai settantunenne, scatenò una reazione assolutamente negativa. La giornalista del Daily Mail esordì nel suo articolo sulla sfilata con “Un fiasco”. Mademoiselle Coco si era infatti assentata dal panorama della moda per un po’, nel dopoguerra la gente voleva solo dimenticare e ricominciare ed è proprio in quegli anni che si affaccia sulla scena Christian Dior con il suo New Look. Il ritorno di Chanel, fiero e spavaldo, non fu apprezzato dalla stampa, a causa della sua età avanzata e per l’austerità dei suoi modelli ormai poco moderni. Ma Coco, è risaputo, aveva le idee ben chiare sul concetto di eleganza: era necessario ritornare all’essenziale, indossare vestiti comodi anche per guidare un’auto, ma che allo stesso tempo sottolineassero la femminilità intrinseca della donna. E così la risposta positiva e gli apprezzamenti arrivano dopo le stroncature proprio dalle donne newyorkesi e ben presto si diffusero in tutto il mondo. Chanel era tornata di moda, la leggenda era appena iniziata.