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Mi dicono che ho un brutto carattere e che spesso non mi accorgo dei guai che combino. Mi dicono anche che abuso della tecnologia, che ne sono dipendente e che spesso senza accorgermene tendo a far trasparire tanto, fin troppo, i miei stati d’animo, anche con gente che non è tenuta a sapere. Io invece credo che il problema sia alla base, e che le situazioni che mi spingono a parlare non dovrebbero proprio accadere; sarò pure schiava del nostro tempo, ma potrò decidere come gestire i miei stati d’animo? Nomi non ne ho mai fatti, se gli altri capiscono, vuol dire che anche loro conoscono l’andazzo di certa gente!

Senza troppi giri di parole ho deciso ancora una volta di mettere nero su bianco i miei sentimenti, la vera me, quella che per troppo tempo è rimasta nascosta dietro le finte scuse del poco tempo a disposizione, dietro a un perbenismo decisamente falso e alla convinzione che fossero ben altri i problemi importanti. Ma ciò che è importante lo decidiamo noi ed io per troppo tempo ho inseguito falsi e stupidi modelli che non mi hanno portato a nulla, se non a gettare il mio ego nel panico e a convincermi che non ce la potrò mai fare, che non sono abbastanza all’altezza del mondo che mi circonda. Credo però che ognuno di noi abbia i suoi tempi, che prima o poi le cose accadono per tutti e sono anche fermamente convinta che a volte arrivano treni da prendere al volo, che ti portano in stazioni mai sperate e prima di arrivare a destinazione ti mostrano luoghi sconosciuti eppure bellissimi. Credo anche che in meno di mezzo paragrafo ho scritto un mucchio di banalità, ma proprio non mi va di fermarmi, soprattutto ora che sembro un fiume in piena e non mi sentivo così da troppo, tanto tempo.

In questo periodo lascio che la vita mi scorra tra le dita, a volte lenta e calda come la sabbia in estate, altre volte violenta e così veloce che quasi mi sfugge e nessuno sa quanto sia davvero pericoloso non restare al passo coi tempi e lasciare che stupide paure facciano crollare muri di convinzioni accumulate per anni, giuste, fondate, soprattutto quando tutti ti vedono in un determinato modo e solo tu sei così cieca da non renderti conto che per gli altri sei speciale, vali davvero qualcosa e sono convinti che hai le carte giuste per mostrarlo al mondo intero. Solo che tu ti senti sola, incompresa e a volte, la maggior parte delle volte, giochi a fare la vittima; piangi e scalpiti come una bambina che fa i capricci e non ti accorgi che in questo modo fai male solo a te stessa e alle persone che nonostante tutto sono lì, ti amano e vorrebbero che anche tu riuscissi ad amarti e a capire che sei bella, molto più dentro di quanto tu lo sia fuori.

E di questi tempi davvero non è poco. Avere delle persone che ti amano dico. Nonostante negli ultimi tempi tu abbia fatto pulizia di amicizie  inutili e abbia aperto gli occhi, sai che puoi ancora contare su un numero di persone sufficiente a riempire tutte le dita non di una, ma addirittura due mani. E questa non la reputi fortuna? Che ti importa se quella stronza ti ha fatto soffrire? O se quell’altra nemmeno ti saluta per strada? In nome di cosa continui a disperarti? Forse perché avete passato tanto tempo insieme e bei momenti? Stronzate! Sono i fatti che contano, non i ricordi, e i fatti dicono chiaramente che loro non ci sono più, non ci sono mai state quando ne avevi bisogno. Hanno addirittura riso delle tue difficoltà, fregiandosi di esserti superiori solo stupidi pezzi di carta che tu ancora non hai! Dovresti insegnar loro qualcosa, la dignità per esempio e l’essere fieri di se stessi. Dovresti ricordar loro che essere soli, nonostante si è circondati di bei titoli, non serve a nulla. Dovresti ricordar loro che a tuo avviso è meglio avere qualche centinaio di euro in meno in tasca, ma più amore e umiltà nel cuore, perché non è vero che solo i soldi fanno la felicità e se davvero la pensassimo tutti così saremmo davvero fottuti.

Dovresti anche smetterla di farti seghe mentali per chi davvero non ti merita, girare pagina e non dar loro la soddisfazione di sapere che le hai strappate violentemente dal tuo cuore e dalla tua vita, nonostante tu l’abbia fatto sul serio. Dovresti crescere, lo sai, e sai che la prova più grande che tu possa sostenere è il silenzio, ma sai anche che queste dita e la tastiera sotto di loro sono la tua arma più potente, fremono e proprio non riescono a stare ferme, sai che con questa testa che sempre più somiglia a una caldaia fumante, sai essere dolce e stronza al tempo stesso, sei capace di grandi cose e sai far male, tanto male. E sai anche che forse, dovresti smetterla di scrivere tutte queste stronzate e pensare ad usare la penna per farti conoscere e far apprezzare il tuo lavoro. Ma sei ancora qui, otto paragrafi dopo il cursore lampeggiante su una pagina ancora vergine e questo di sicuro è una grande cosa, perché non capita tutti i giorni di essere così logorroica e benedici questo momento, nonostante l’afa appena arrivata e la gente, ma quanta gente c’è qui in casa?

Adesso il cursore è di nuovo lampeggiante, prendi fiato e ti concedi una pausa, rifletti e ti riprometti solo di essere più costante e di smetterla di usare questo blog solo per sfoghi momentanei. Dovresti scrivere di più, sai che ti farebbe bene. E al diavolo tutti i problemi, le stronzate e i falsi amici! Al diavolo la paura di non farcela, che tanto c’è chi ne approfitta e ti sorpassa. Al diavolo l’insicurezza e la timidezza, che non ti permette di essere un po’ più sfacciata e di aprire tante porte che con le buone proprio non si spalancano e ci vorrebbe un bel calcio per far venire giù la serratura.

Oggi sono cattiva, in realtà lo sono già da un po’, ma sento che questo sentimento forse non è poi tanto negativo: potrei usarlo per ripulirmi e cominciare finalmente a credere in me stessa. Potrei usarlo per capire bene dove e cosa colpire e smetterla di sprecare energie su cose inutili.