start somewhere

È una bella giornata di metà agosto e quando dico bella intendo con un cielo accettabilmente limpido e una temperatura intorno ai 20 gradi – giacca sempre a seguito, che non si sa mai. Lo stream di aggiornamenti di Facebook continua a rilasciare auguri di Ferragosto misti a selfie su fenicotteri rosa gonfiabili, lunghe tavolate allegre e geolocalizzazioni in località marine. Non provo invidia qui con i miei 20 gradi, credo avrei fatto lo stesso fossi stata a Barletta o in vacanza chissà dove, ma sono rientrata a Londra tre settimane fa, di Ferragosto manco l’ombra e ieri ero al pc a inviare email di lavoro. Decido allora che mi serve una pausa, che su questa sedia in cucina ci ho fatto la forma e non ci penso nemmeno a fare lo stesso con il divano. Il sofa nel salottino ringranzia sentitamente, mentre io mi tuffo nella prima combinazione di vestiti che l’armadio suggerisce, affrerro il pc e lo metto in borsa, chiudo casa ed esco. Un giro per Chelsea, una pausa da Zara alla ricerca di un abito speciale e poi di ritorno verso Victoria, alla ricerca di un caffè silenzioso che accolga me, il pc e i miei pensieri e ci sistemi tutti con una tazza fumante di cappuccino e magari anche un muffin, che ci sta sempre bene.

E vorrei davvero poter dire che questo post l’ho scritto da lì, nell’angolo più silenzioso di uno Starbucks o un Cafè Nero, comodamente seduta su una morbida poltrona accanto ad una bella presa per il laptop mentre guardo le persone intorno a me e immagino le loro vite in questa città. La verità è che pur suonando tanto figo non è andata affatto così, perchè sapete cosa? Sono pigra dentro, di uscire proprio non mi andava, di vestirmi nemmeno e alla fine al caffè ho proferito una tazza di chai tea casalingo, al tavolino del bar il tavolo della mia cucina e al poetico brusio della gente il silenzio rotto solo dagli aerei che volano nel cielo e che, a guardar bene, riesco a scorgere dal tetto trasparente della mia casa.

start somewhere
start somewhere

Questa sono io, pacchetto completo paure, paranoie e difetti inclusi, quella che vorrebbe poter raccontare una storia diversa di sè o semplicemente quella che sono davvero ma solo un po’ nascosta, ciò che faccio e le tante cose che ogni giorno mi perdo per strada o che non ho il coraggio di esprimere o semplicemente non ho mai trovato il tempo di farlo, soprattutto qui. Questo spazio è ormai grandicello e sono lontani i momenti in cui mi ci riflettevo a cuore aperto, magari scrivendo cose sdolcinate e pensieri non molto articolati ma sinceri e che in molti avete apprezzato perchè potevate rispecchiarvici a pieno. Non so se la colpa è stata anche un po’ di Londra, della sua dannata fretta e di come mi ha stravolto e mentre ci rifletto su realizzo che sono ormai tre anni che sono immersa in questa città, che ogni molecola del mio corpo le grida amore incondizionato ma che è vero, qualche piccolo pezzetto di me l’ho perso per strada. Scrivere, per esempio, solo per me e per questo spazio. Negli ultimi tre anni ho lavorato e vissuto di scrittura, ho aiutato tante aziende a crescere attraverso i miei occhi e con le mie parole, ma a volte ho perso le mie e mi manca, oh se mi manca, avere del tempo tutto per me e fermarmi a immaginare ad occhi aperti ciò che davvero amo. E allora sapete cosa ho fatto oggi? Non sarò andata in quel caffè ma nella mia testa ho ricreato la stessa atmosfera e mi sono sforzata di accantonare impegni e doveri per sognare in grande e muovermi.

start somewhere

[Start somewhere] Hanno continuato a ripetermi negli ultimi tempi. [Start somewhere] L’ho ritrovato dappertutto, anche in queste frasi ispirazionali che sono perfette per Instagram. E io oggi l’ho fatto per davvero. Nessun gesto eclatante, nessun risultato invidiabile, semplicemente ho iniziato e mentre lo facevo mi sentivo bene e mi è venuto il forte desiderio di condividerlo, che con questo entusiasmo magari riesco anche a coinvolgere qualcun altro.

[Start somewhere]Perchè chi sta fermo non sbaglia, ma chi si muove corre il rischio di ottenere ciò che vuole ed essere felice. E allora facciamo che questo è il mio settembre, il mio primo dell’anno, il mio inizio e come tutti gli inizi profuma di bellezza, di diari da comprare, di pagine bianche da riempire, di progetti da realizzare. I sogni? Lasciamo uscire pure loro dai cassetti!