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Il nome è ispirato all’ex pugile statunitense Muhammad Ali, ma la formazione è tra le più variegate, come gli stili musicali che si celano dietro l’interessante progetto dei Super Heavy. Debutta così il “super gruppo” di Sir Mick Jagger & Company, che oltre al leader dei Rolling Stones vede protagonisti della formazione anche l’inglese Joss Stone, Damien Marley, Dave Stewart (ex Eurythmics) e il compositore di colonne sonore indiano AR Rahman.

Un mix di culture musicali differenti unite da un unico sound, per un album, il primo di un lungo progetto mi auguro, che debutterà il 19 settembre. Nel frattempo già da un mese circola il primo singolo, Miracle Worker e a partire da oggi è finalmente possibile vedere anche il video. Co-prodotto da Jagger e Stewart, l’album è stato registrato in vari studi in giro per il mondo, tra Francia, Cipro, Miami e India e contiene 12 brani inediti ai quali si aggiungerà anche una versione deluxe.

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Senza accorgervene sarete dunque coinvolti dal sound reggae tipico del figlio minore di Bob Marley, Damian, accompagnato dalla voce calda e graffiante della talentuosa Joss Stone (che personalmente adoro: a 16 anni infatti, lei debuttava con il suo primo album vendendo milioni di copie e io l’acquistavo sognando di cantare un giorno proprio come lei). Poi lui, il taumaturgo Jagger, stravagante ed eccentrico più che mai, sulle note di AR Rahman e Dave Stewart. A tal proposito, l’ex Eurythmics parlando della band ha dichiarato: “E’ tutta una fusione di stili diversi: Damian Marley è giamaicano, AR Rahman è indiano, poi Mick, io e Joss siam inglesi. Alcune delle prime canzoni che abbiamo fatto erano lunghe un’ora, abbiamo dovuto tagliarle.

Non è la prima volta che Jagger e Stewart collaborano. Nel 2004 infatti hanno composto insieme le musiche per il film Alfie. Doveroso è poi menzionare il pluripremiato Allah Rakha Rahman, vincitore per il film The Millionaire nel 2008 dell’Oscar alla migliore colonna sonora e migliore canzone (Jai Ho) e del Golden Globe per la migliore colonna sonora originale.


La ricetta della musica perfetta sembrerebbe essere così una canzone rock con un’anima soul, la melodia reggae e qualche nota dal sapore orientale. Una proposta di certo non azzardata da cinque pivellini senza arte né parte, ma che corrono pur sempre il rischio di un flop. Astenersi però da pareri critici prima di aver gustato l’intero album.