da Controstile Luglio/Agosto 2010

anja

Alla voce “lusso” il dizionario della lingua italiana indica uno “sfoggio di ricchezza o abbondanza spesso inutile”, “tutto ciò che costa molto in proporzione all’effettiva utilità”, in poche parole tutto ciò che è superfluo, ma che la maggior parte di noi può solo desiderare di avere: abiti costosi, gioielli, auto o vacanze da sogno. Ora, partiamo dal presupposto che chi leggendo queste parole fa della morale spicciola è un grande ipocrita.

Perché tu, lettore incallito o magari capitato su questa pagina per caso, davvero non hai mai desiderato un’auto di grossa cilindrata? O un bel diamante? O una vacanza da sogno? Piuttosto diciamo che si tratta di una questione di gusti, o ammettiamo di non potercelo permettere, perché se così non fosse non staremmo qui a parlarne, ma tutti sogniamo qualcosa che al momento “è solo un lusso”.

Concedetemi poi una piccola parentesi, perché davvero mi piacerebbe conoscere chi ha detto che il denaro non fa la felicità. Viene quasi da pensare che per qualche assurdo scherzo del destino a pronunciare queste parole sia stata una persona poco facoltosa e anche un tantino risentita. A questo punto il mio lato più romantico scalpita e mi strattona, ricordandomi che un’apparenza impeccabile spesso nasconde vite tormentate e che realmente anche l’uomo più ricco del mondo non può pagare per debellare il dolore, il male nel mondo, le malattie e la morte; potrà avere più mezzi e tempo a sufficienza per cercare una soluzione alternativa, ma il destino è spesso più democratico e sicuramente beffardo.

Quindi parliamo pure di lusso, di chi può permettersi una casa fiabesca o uno yacht stratosferico, un’intera collezione di vini pregiati o una vita da pascià in un hotel di Dubai. Parliamo pure di sfarzo e opulenza, ma resto del parere che alla luce dei giorni che viviamo, sia già un lusso inestimabile concedersi una pausa o poter affermare senza ombra di dubbio di avere una vita senza preoccupazioni e arrivare tranquillamente a fine mese concedendosi anche qualche sfizio.

Perché in un’epoca afflitta da problemi economici e insicurezza cronica, tutti abbiamo bisogno di un’isola felice, un peccato di gola, un pensiero inconfessabile o un desiderio mai espresso. Qualcosa che sappiamo essere lì, ci coccola la mente e ci tiene in pugno con l’illusione che un giorno sarà nostra o magari qualcosa per cui impieghiamo anni e anni di risparmi solo per il gusto di poter dire di avercela fatta. Non sono ipocrita e non nego che la bella vita non mi fa gola: credo però che sia tutta una questione di punti di vista, decenza e buon gusto.

Perché diciamolo pure: i soldi non fanno la felicità, ma neanche fanno di un perfetto imbecille un signore!

Il mio articolo continua qui a pag. 12 e 13 con “Lusso low cost: 15 piccoli lussi accessibili