Parlare di moda significa conoscere i suoi protagonisti e a metà strada tra chi le tendenze le crea e chi le acquista, ci sono loro, le algide modelle che svettano dall’alto dei loro tacchi sulle passerelle di tutto il mondo. Muse ispiratrici di designer, invidiate dalle donne per il portamento e per il loro fisico snello, portatrici di canoni estetici moderni, queste ragazze sono spesso soggetto di critiche e dibattiti, accusate per l’eccessiva magrezza e per le abitudini poco salutari, costantemente sotto i riflettori a ritmo dei fitti calendari scanditi dalle settimane della moda mondiali.

Secondo una statistica americana, più del 50% delle modelle inizia la sua carriera prima dei 16 anni, calcando le passerelle alcune volte anche a soli 13 anni, senza che il loro lavoro venga supervisionato dai genitori o tutor. Per queste ragazzine dal fisico prorompente, con l’obiettivo di perseguire una carriera da top model o semplicemente alla ricerca di un po’ di fama, iniziare il lavoro spesso significa trasferirsi nelle grandi capitali della moda da un paese vicino o addirittura da un altro stato o continente, subire forte stress, sempre alla ricerca di casting e nuove opportunità e ogni tipo di pressione, prima tra tutte l’incessante richiesta di perdita di peso da parte delle agenzie. Disturbi alimentari, disfunzioni e malattie sono necessariamente dietro l’angolo. Le modelle inoltre ammettono il dilagante uso di droghe nei backstage e che più dei due terzi delle loro colleghe soffre di ansia o depressione. Per non parlare degli abusi sessuali, tra inaspettati scatti fotografici in nudo, proposte inappropriate e agenti che le incoraggiano ad accettare per la fatidica svolta della loro carriera.

Incoraggiante che il grido di aiuto provenga stavolta proprio da una modella, Sara Ziff, 29 anni, dieci dei quali al servizio di Calvin Klein, Louis Vuitton e Chanel. Con il supporto di altre modelle e associazioni, nel 2011 ha fondato Model Alliance, un’organizzazione no-profit che mette a disposizione degli addetti del settore moda una piattaforma per cambiare radicalmente le condizioni di lavoro delle modelle. La protesta è stata subito accolta da altre famose colleghe, Coco Rocha, Karlie Kloss e Chanel Iman, unite in un sentito appello per far slittare l’età sulle passerelle almeno ai 16 anni compiuti, il divieto di alcol e tabacco nei backstage e la presenza di alcuni esperti in scienza dell’alimentazione, oltre a contratti più chiari e ambienti di lavoro più sani, trasparenza finanziaria e la fine degli abusi sessuali. Un incoraggiante messaggio che si spera possa essere presto seguito da fatti concreti e da canoni di bellezza finalmente più umani. Perché la moda è fatta di persone, i manichini in plastica e le grucce appendiabiti lasciamoli agli espositori!

Pubblicato su GoConversano