Quando da piccoli ci raccontavano una fiaba, attendevamo impazienti il lieto fine. Quel “...e vissero felici e contenti” era l’unica cosa che contava. Ci faceva addormentare con il sorriso sulle labbra, sognando tranquilli, castelli incantati e re potenti e felici. L’eroe però, prima del finale più dolce e glorioso, di peripezie ne affrontava: c’erano draghi da uccidere e principesse da salvare, esili forzati, tranelli e tradimenti, perfidi maghi da sconfiggere e lunghi anni di sofferenza, ma ahimè, per questioni di tempo, lunghezza e forse perchè fiaba in questo modo non sarebbe più stata, gli scrittori preferivano non elencarle.

Curioso come quando cresciamo la vita si riveli decisamente un’altra cosa: la possiamo ritrovare nello svolgimento della storia, tra gli insuccessi di ogni giorno, le frustrazioni, le paure, i rimpianti, le sofferenze e i duri sforzi per arrivare alla meta. Sì, la vita è quella massa non sempre piacevole ma potente e pulsante che sta nel mezzo: ci arrabattiamo come possiamo, lottiamo per raggiungere i nostri obiettivi e speriamo che qualcuno abbia già scritto per noi la conclusione della favola. Che ovviamente si spera abbia il più lieto dei finali.