Questo spazio, che si sappia, ieri ha festeggiato quattro anni. Cominciamo a sentirci grandicelli, eh! Ma felici. Questo ammasso di pensieri farneticanti, non poi così diverso da tanti altri, che voi continuate a sostenere, popolare e apprezzare e che vi viene raccontato da una totalmente fuori controllo con la stessa passione del primo log in. E così, felice di non averlo trasformato in un business, una professione, un fashion blog o altro, auguro al mio Lifestyle Notes cento di questi post, di contenuto sempre più interessante, la libertà di pensiero, la spensieratezza e la passione con le quali, giorno dopo giorno, la sottoscritta lo alimenta amorevolmente. E visto che ci siamo, beccatevi la seconda parte del mio racconto, iniziato qualche post fa.

Leggi qui la:  parte 1

“La curiosità di sperimentare un nuovo tipo di scrittura e lasciare che fosse la rete a custodire i miei pensieri mi tentava spesso. Fu ad un certo punto così forte che alla fine cedetti e approfittando dell’account di messaggistica istantanea di MSN, un giorno decisi di creare un blog. Si trattava della prima esperienza da autodidatta, all’inizio un vero sfacelo; ricordo che scrivevo tutto ciò che mi passava per la testa, senza filtri, rischiando anche di violare la privacy mia e delle persone che mi circondavano, inserendo foto, gif animate e testi formattati nei modi più strambi. L’esperienza ha affinato il mio gusto, la curiosità ha spinto a migliorarmi, a cercare un mio stile e a confrontarmi con altri blogger, inizialmente attraverso i commenti lasciati ai post e successivamente dando loro spazio di raccontarsi in chat. Con alcuni lettori è nata una bella amicizia a distanza che dura ormai da anni, qualcuno l’ho conosciuto poi dal vivo, altri semplicemente li ho persi per strada.

Questo mio primo blog, aggiornato con il nickname “Suami” ha vissuto per un bel po’, cambiando grafica almeno una volta al mese, trattando argomenti sempre diversi, fino a quando ho capito che nella rete qualcosa si stava muovendo e che forse avrei potuto sfruttare la mia naturale propensione per la scrittura per farmi notare, realizzare il mio sogno di scrivere e, perchè no, guadagnare qualcosa. Ho così iniziato a inviare le prime, abbozzate lettere di presentazione, non solo ai giornali della mia città, ma anche e soprattutto ai circuiti di blog tematici, fino a quando qualcuno non ha risposto alle mie mail. Contemporaneamente, nel giro di qualche mese, mi ritrovavo ad essere web content writer per un canale tematico dedicato alla tecnologia femminile (una delle mie tante passioni nascoste) e responsabile per la rubrica di moda e tendenze di un free press locale.

 
La moda, appunto. Un interesse nato nel giro di poco tempo, all’inizio improvvisato, quasi forzato, ma che si è poi rivelato una passione, che ancora oggi mi infiamma il cuore e mi spinge ad essere attratta da quella che a mio avviso è una delle forma d’arte più interessanti degli ultimi secoli. La moda, che ben presto ho continuato a studiare e con la quale mi sono cimentata nei primi esperimenti di blog tematici e articoli di giornale. Lo spazio su Msn cominciava a starmi stretto e non mi permetteva di esprimermi al meglio e di lì a poco sarebbe nata la voglia di creare un vero blog, serio e tutto mio, che parlasse anche del fashion system, ma non un semplice magazine nel quale riportare cronologicamente notizie e curiosità, perchè non mi avrebbe rispecchiato a pieno. Desideravo uno spazio speciale, un luogo che mi somigliasse, complicata e caotica al punto giusto, sempre piena di idee, creativa e con tanti, forse troppi, interessi.

Fu così che un pomeriggio d’estate di ormai quattro anni fa è nato Lifestyle Notes, questo spazio, il mio attuale blog, oggi una vetrina per i miei lavori e una fucina di pensieri annotati come capita. Moda e non solo. Lifestyle appunto. Immaginato come un block notes nel quale segnare ciò che osservo e che mi circonda, le cose che amo e che mi piace fare, magari corredate da una canzone, un film, un pensiero che profuma di donna. Uno spazio per condividere pensieri con i lettori. Contemporaneamente sono arrivate le prime esperienze lavorative importanti.

Una delle mie lettere di presentazione inviate di notte non solo via mail ma anche attraverso i canali social, colpì quello che di lì a qualche settimana sarebbe diventato il mio capo, e negli anni successivi confidente e amico. La nostra conoscenza cominciò con un contatto spassionato su Facebook nel quale mi candidavo per collaborare con una rivista che avevo sfogliato per caso in un bar e che mi aveva particolarmente colpito. Entrai quasi subito a far parte della redazione e quei mesi sono stati per me molto formativi, mi hanno permesso di conoscere tanti nuovi colleghi, con i quali successivamente abbiamo creato un’agenzia di comunicazione e pubblicità e un nuovo progetto editoriale nella mia città, la mia vera scuola, di vita e professionale. In quel periodo ricordo di essere stata investita di grandi poteri e responsabilità, imparando il valore della comunicazione, il potere dei media nell’influenzare i lettori, la bellezza di creare qualcosa per un cliente e veder stampata sul suo volto la sua approvazione; ma anche la difficoltà di apportare qualcosa di innovativo in un contesto, quello locale, ancora poco maturo per apprezzare un gruppo di giovani che volevano “stravolgere il mondo”. Controstile, il magazine creato in quel periodo, ha avuto molti consensi ma anche critiche; era un prodotto di qualità che cercava di informare i lettori da un diverso punto di vista e mi ha permesso di sperimentare anche e soprattutto sul web, grazie all’incarico di gestione dei blog annessi al magazine cartaceo.

La mia esperienza è sempre stata di frontiera: in bilico tra due mondi, quello del giornalista (e del blogger) e quello dell’ufficio stampa, dell’inserzionista e del publisher pubblicitario e nel mio piccolo posso oggi avere la giusta consapevolezza delle tattiche che muovono questi due mondi apparentemente simili ma totalmente differenti. Con il passare del tempo la mia avventura nell’agenzia e con Controstile è terminata e la voglia di non perdermi d’animo e di cercare altro mi ha permesso di rispondere a un annuncio apparso sul mensile Glamour del settembre 2010, nel quale offrivano una borsa di studio a copertura totale per un master in comunicazione e giornalismo di moda a Roma. Ricordo di aver inviato la candidatura e il mio curriculum solo per gioco, ero decisamente troppo scettica e non pensavo che mi avrebbero scelta, un po’ come accade per i concorsi a premi, che gratti o spedisci cartoline, ma ti becchi sempre un bel “ritenta, sarai più fortunato”. E invece a quella mail è seguita una risposta, un test e un colloquio e nel giro di qualche giorno il mio cellulare squillava e dall’altra parte della cornetta la voce del responsabile dei corsi si congratulava e si diceva felice per me, perchè avevo vinto la borsa di studio a copertura totale per il master. Mi sono sentita fiera e fortunata, come se avessi vinto alla lotteria e nel giro di qualche giorno mi sono ritrovata a pensare a come organizzare i fine settimana romani dei successivi quattro mesi e a firmare i documenti per l’iscrizione al master.

L’esperienza romana è stata fantastica, perchè ero finalmente a contatto non solo con ragazze che con me condividevano lo stesso sogno, ma anche con professionisti del settore, giornalisti di importanti testate nazionali e responsabili uffici stampa dei marchi del lusso più famosi. E così tra una lezione su come si veicola una notizia sui vari media e una su come si organizza una sfilata di moda o un ufficio stampa comunica con i giornalisti, per la prima volta ho avuto la certezza che era questa la mia vocazione e che in un modo o nell’altro, nei panni di giornalista, blogger o pr, avrei portato avanti il mestiere della comunicazione. Gli eventi si sono poi susseguiti alla velocità della luce: a metà corso la telefonata che ha cambiato la mia vita, la proposta di colloquio per uno stage presso la Salvatore Ferragamo di Firenze, i preparativi, i treni presi di notte con mio padre sempre al mio fianco, il mio primo, vero, importante colloquio nello splendido Palazzo Spini Feroni e il desiderio di presentarmi al meglio.

Quel Natale ho ricevuto il regalo più bello, ero io la loro scelta, mi sarei trasferita a Firenze per sei mesi. Poi diventati un anno…”

(Fine seconda parte)