Vorrei tanto conoscere alcuni critici cinematografici o presunti tali. Mi piacerebbe sapere quale parametro di giudizio utilizzano per classificare un film e se hanno seguito un corso specifico per essere così schizzinosi e bocciare una pellicola, quasi tutte. Di solito non leggo mai le recensioni, lo faccio per non essere influenzata e quando capita succede sempre dopo aver visto il film. Mi piace poter scegliere una pellicola solo guardando il trailer e non per sentito dire su una rivista specializzata. Mi piace poter dare un giudizio spassionato appena alzata dalla sedia e confrontarmi con chi mi accompagna. Salvo poi constatare che le mie impressioni da “sempliciotta ignorante” (non mi sento affatto così) si discostano sempre tanto dal giudizio dei grandi.

Stando ad alcuni critici La custode di mia sorella è un flop, una pellicola piena zeppa di luoghi comuni sulla malattia e sulla famiglia americana. Inutile dire che è stato bocciato anche il regista, Nick Cassavetes, per nulla simile a suo padre John. Quello che invece io ho visto è stato un film di sicuro strappalacrime e sentimentalista, ma comunicativo, pulito e piacevole da seguire.

La custode di mia sorella

La storia, tratta da un romanzo, è quella di una giovane ragazza affetta da quasi tutta una vita da leucemia, demoralizzata più dai sensi di colpa che dalla malattia lacerante. Per la sua famiglia, che l’ha sempre messa al primo posto, per i suoi fratelli, passati sempre in secondo piano e soprattutto per sua sorella Anna, nata addirittura in provetta per compensare alla sue carenze, per donarle sangue, globuli bianchi e qualche organo, per strappare alla sua vita qualche anno in più. La trama si svilupperà in una direzione poco scontata e tra rivendicazioni di emancipazione medica e riflessioni seppure poco appronfondite su temi forti quali l’eutanasia, regala allo spettatore emozioni forti e in fondo anche un pò di speranza. Dopo il dolore, la malattia e la tristezza, dopo tanta sofferenza, in qualche modo arriva il riscatto per tutti e la possibilità di continuare a vivere avendo fiducia nel domani.

Per me è stato un bellissimo film di apertura stagione e lo consiglio caldamente. Vale la pena osservare Cameron Diaz nel suo primo ruolo drammatico e valutarla finalmente come un’attrice completa e ormai matura, nulla a che vedere con la sua Mary dal ciuffo in su. Sorrido piacevolmente ripensando ad Abigail Breslin e a quanto sia cresciuta. E pensare che la sua collega più acclamata Dakota Fanning ha rifiutato la sua parte! Troppo impegnata nel ruolo di Vulture in New Moon? Bah…